Il Vigneto PIWI inclusivo

Questi vitigni geneticamente immuni da attacchi fungini, consentono un drastico abbattimento dei trattamenti chimici concessi dai protocolli della viticoltura BIO ma pur sempre inquinanti per l’ambiente e costosi in termini di manodopera.

Il sesto di impianto interfilare é a 1,80 m per impedire il passaggio dei trattori tra i filari e garantire la biodiversità vivente nel terreno altrimenti compromessa dai solchi e croste provocati dai copertoni delle macchine agricole.

I filari con barbatelle a 0.80 m in terra non superano l’altezza di 1,80 m per facilitare il lavoro manuale.

L’erba tra i filari non viene falciata ma piegata al fine di creare un tappeto che protegge il suolo dai raggi del sole, mantiene la umidità del terreno e facilita lo sviluppo della vita di insetti e microorganismi.

Una stazione polifunzionale, collegata via APP ai device dei viticoltori, misura umidità, temperatura, vento, condizioni climatiche dell’aria e del terreno nonché con un paio di foglie artificiali si simula lo stato di salute della foglia in pianta.

Per rendere il vigneto inclusivo, tra i filari è steso un tappeto che consente la libera circolazione di carrozzelle e deambulatori per consentire il lavoro in vigna anche a persone diversamente abili.